MUSEO E REAL BOSCO CAPODIMONTE

Il Museo di Capodimonte viene inaugurato nel 1957, a seguito di un’intensa opera di ristrutturazione e riallestimento mirante a porre rimedio alla distruzione bellica e alla dispersione delle collezioni, per la cui conservazione ed esposizione il palazzo stesso era stato voluto dal re Carlo III di Borbone sulla collina di Capodimonte. Nato come tenuta di caccia per volere di Carlo III di Borbone che ne avviò la sistemazione subito dopo l’ascesa al trono nel 1734, con opere di espropriazione ed acquisti, il sito di Capodimonte associa fin da subito le attività venatorie e residenziali a quelle silvo-agresti-pastorali. Il sito nasce come riserva di caccia di Re Carlo III ed è stato residenza reale per tre dinastie: i Borbone, i sovrani francesi Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat e i Savoia dopo l'Unità d’Italia.

Il progetto: gli interventi effettuati

Gli obiettivi della collaborazione con il Museo e Real Bosco di Capodimonte sono stati il riordinamento e l’inventariazione dell’archivio storico, per garantirne una corretta e funzionale conservazione, gestione e fruizione., e la creazione di una sezione d’archivio in locali appositamente deputati.Il progetto ha visto in un primo momento la mappatura di tutti i locali di archivio in cui originariamente era conservata la documentazione e ad una esaustiva ricognizione archivistica, che ha consentito la redazione di  un “Elenco di Scarto” da sottoporre alla Direzione Generale degli Archivi (DGA) per il macero della documentazione non rispondente a fini storico - amministrativi e una “Relazione di Ricognizione Archivistica” mirante a distinguere soggetti produttori, serie archivistiche e documentazione eterogenea presente nei locali d’archivio. Il riordinamento sulle e delle carte ha condotto alla creazione di una struttura gerarchica, in cui risultano evidenti le relazioni intessute tra i Soggetti Produttori/Unità Organizzative e la documentazione da essi prodotta nell’esercizio delle proprie funzioni, esplicitando il naturale vincolo archivistico sotteso all’intero complesso. Nonostante la “vischiosità” delle carte (confusione di competenze e attività nel corso degli anni e tra le diverse istituzioni), sono emersi quattro “soggetti produttori”:

  • Parrocchia di San Gennaro al Bosco (1779-1940)
  • Direzione Provinciale della Real Casa in Napoli (1830-1965)
  • Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per il Comune e la città di Napoli (1969-2015)
  • Direzione Real Bosco di Capodimonte (1919-2016)

La successiva attenta disamina delle carte in fase di Inventariazione digitale e le ricerche storiografiche svolte hanno poi condotto ad una più puntuale comprensione dei rapporti intercorsi tra i soggetti produttori individuati. Gli enti/Unità organizzative riconosciuti dalle carte avevano come funzione determinante la gestione del Bosco e Parco di Capodimonte; nello specifico, la gestione economico-amministrativa degli edifici presenti nel sito monumentale e della loro ordinaria e straordinaria manutenzione, la gestione del personale in servizio nel sito; della ordinaria e straordinaria manutenzione del verde, ovvero dei Giardini all’Italiana e all’Inglese (dislocati nei pressi del Palazzo Reale), della parte boschiva e delle aree anticamente interessate da attività agro-silvo-pastorali.  L’Archivio del Museo e Real Bosco di Capodimonte è stato ripartito in quattro sub-fondi, individuati in base al riconoscimento degli enti succedutisi nella gestione del sito:

  • Parrocchia di San Gennaro al Bosco (1779-1940)
  • Direzione Provinciale della Real Casa in Napoli (1830-1965)
  • Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per il Comune e la città di Napoli (1969-2015)
  • Direzione Real Bosco di Capodimonte (1919-2016)

Caratteristica saliente dell’intero nucleo documentario è la cosiddetta “vischiosità” delle carte prodotte dai vari enti coinvolti nella gestione del Parco, per cui la discriminazione di un sub-fondo dall’altro è f stata frutto di una valutazione critica che tenta di prendere in considerazione differenti criteri:

  • L’identificazione del Soggetto Produttore, determinata chiaramente dall’intestazione delle carte;
  • La datazione cronologico-istituzionale di ciascun Soggetto Produttore;
  • La necessità di recuperare al complesso documentario un ordinamento logico, organico e funzionale, per rendere possibile l’orientamento dell’utente all’interno dell’archivio
  • La ricerca all’interno delle carte, finalità fondamentale per un istituto di tale valenza

Il riordinamento e l’inventariazione del corpus documentale hanno rivelano l’intenso rapporto fra l’ente ed il tessuto sociale cui ineriva ed interagiva, esaltando il ruolo dell’archivio quale

  • Testimonianza della relazione con il territorio;
  • Testimonianza delle sue relazioni «istituzionali» con altre realtà coeve;
  • Testimonianza della società civile in cui agisce,

target del progetto

Il progetto, durato circa 6 mesi, ha consentito “il recupero” e la valorizzazione di 600 unità di archiviazione (fascicoli, faldoni, etc) e di circa 19.000 unità fotografiche distinguibili in negativi, positivi, diapositive e schede che testimoniano tutte le attività (nonché i lavori e le iniziative) promosse nel sito. Oggi Il Museo e Real Bosco di Capodimonte e la comunità di riferimento, possono fruire di strumenti (i mezzi di corredo) che danno voce e sono espressione di “percorso storico -istituzionale e culturale “ che lega il Museo alla città ed alla sua storia da oltre 200 anni